Pranzo di Natale senza colpa..

... come sostenere digestione e benessere intestinale durante le feste

C’è una frase che descrive bene questo periodo, “non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale”.

I pasti delle feste sono più ricchi, è vero, ma sono composti da cibo “reale”, preparazioni lente, ingredienti riconoscibili e ricette tradizionali che il corpo sa gestire. Sono piatti abbondanti, ma riconoscibili. Il corpo sa come gestirli, proprio perché esistono da sempre.

Quello che molti temono del pranzo di Natale in realtà non nasce da lì. È l’alimentazione di tutti i giorni, ricca di ultraprocessati, a influenzare fame, sazietà, infiammazione e digestione, non le giornate di festa.

Sentirsi appesantiti dopo un pasto abbondante è normale

Molte persone interpretano la pienezza o la digestione lenta come un errore alimentare.

La sensazione di aver esagerato nasce da come percepiamo il pasto. Quando il carico alimentare è più abbondante, la digestione semplicemente rallenta ed è normale che ci si senta più pieni del solito. Nei giorni di festa è il timore di aver mangiato troppo a far sembrare eccezionale ciò che è del tutto fisiologico.

Il vero carico delle feste è la digestione

La stanchezza o il gonfiore dei giorni natalizi non sono un segnale di danno e non parlano di “aumento di peso”. Sono semplicemente la risposta del corpo a pasti più abbondanti e a poca distanza l’uno dall’altro.

La fisiologia è chiara, maggiore è il carico, maggiore sarà il tempo necessario per smaltirlo. È un meccanismo normale e, soprattutto, è un meccanismo temporaneo. L’organismo recupera molto velocemente, se gli diamo ciò di cui ha bisogno nei giorni successivi.

Gesti semplici che aiutano nei giorni di festa

La chiave è dare al corpo un ritmo che riesca a gestire. Dopo un pasto molto ricco, ciò che aiuta davvero è un pasto successivo più semplice, con pochi ingredienti e senza eccessive combinazioni. Ciò che facilita davvero la digestione è la minore complessità del pasto, più che la scelta di un alimento specifico.

Un altro gesto utile è lasciare un po’ più di tempo tra un pasto abbondante e quello successivo, così che l’apparato digerente possa completare con calma il proprio lavoro.

Anche il modo in cui si mangia fa la differenza. Masticare con più calma, fare piccole pause tra una portata e l’altra aiuta lo stomaco a modulare meglio i tempi digestivi e aiuta a ridurre la sensazione di pesantezza.

Nelle ore seguenti al pasto abbondante è utile distribuire l’idratazione, a piccoli sorsi, aiuta a non aumentare la sensazione di pienezza. Molte persone tollerano meglio acqua a temperatura ambiente, soprattutto quando la digestione è già impegnata.

Se già sono presenti nella propria routine, anche piccole quantità di alimenti fermentati come yogurt naturale, kefir o crauti possono contribuire all’equilibrio del microbiota nei giorni più intensi. Non sono una soluzione in sé, ma un supporto possibile.

Una breve camminata dopo aver mangiato favorisce la motilità intestinale e stabilizza la risposta glicemica, non serve per “smaltire”, ma per aiutare il corpo a gestire meglio il carico.

Morale della favola

Il pranzo di Natale non è il problema.

Il corpo gestisce meglio un pasto ricco preparato con i cibi della tradizione che i molti alimenti ultraprocessati che incontra nel resto dell’anno.

Quando la base quotidiana è solida, le feste diventano un momento da vivere con piacere, non da temere.

La differenza la fa ciò che succede tra un Natale e l’altro, non in quei tre giorni di festa.

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Riferimenti bibliografici

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