Scrivere a mano in corsivo...
- dott. Rodolfo Vittori

- 13 ago
- Tempo di lettura: 3 min
... quando il pensiero trova il suo respiro

Abbiamo dimenticato come si fa o meglio, lo sappiamo ancora fare ma lo usiamo così poco che le nostre mani quasi esitano quando devono mettere nero su bianco un pensiero in corsivo. Ci rifugiamo nella tastiera, nel tocco rapido sullo schermo del cellulare o al massimo nello stampatello, con lettere separate e uniformi che sembrano fatte più per un modulo burocratico che per un’idea viva.
Scrivere a mano in corsivo non è una semplice variante grafica, ma è un allenamento mentale, un modo per dare ritmo al pensiero e un respiro alla mente.
Il corsivo come pensiero in movimento
Lo dice la parola stessa. Corsivo viene dal latino currere, “correre”. Non è solo un’etimologia elegante, ma descrive il flusso continuo di lettere che si legano una all’altra come le idee quando trovano la giusta direzione. Scrivere in corsivo significa lasciare che la mano segua un pensiero senza interromperlo a ogni lettera, senza il freno a mano tirato dello stampatello.
Quando scriviamo in stampatello, il pensiero si spezza, ogni lettera è un micro-stop, una pausa forzata che interrompe la fluidità mentale. Il corsivo invece obbliga a mantenere un filo. Mano e cervello devono muoversi insieme, in sincronia. È come parlare e respirare. Se interrompi il respiro a ogni parola, il discorso diventa artificiale, se lo lasci scorrere, la frase prende vita.
Scrivere per pensare, non solo per ricordare
Nel mio articolo “Scrivere cambia il modo in cui pensi” avevo parlato di come il semplice atto di mettere per iscritto un’idea la trasformi. Non è più un concetto vago che vaga nella mente, diventa concreto, definito, a volte persino sorprendente per chi lo ha scritto.
Il corsivo amplifica questo effetto. Non ti limita a trascrivere un pensiero già fatto, ti costringe a costruirlo mentre scrivi. Ogni curva e ogni legatura tra le lettere è una micro-decisione che può portare a proseguire, correggere o sviluppare. È un dialogo costante tra la mano e la mente.
La psicologia dello sviluppo lo conferma. La scrittura a mano in corsivo coinvolge più aree cerebrali rispetto allo stampatello o alla digitazione. Attiva il sistema motorio fine, stimola la memoria procedurale e rafforza le connessioni tra emisfero destro e sinistro. In altre parole non è solo un atto meccanico, ma è un atto cognitivo complesso.
Un antidoto alla cultura del frammento
Viviamo in un’epoca che premia la velocità, non la profondità. Produciamo testi rapidi, slogan pronti all’uso, frasi fatte da postare e dimenticare. Pensare davvero richiede tempo. Il corsivo diventa, in modo paradossale, un acceleratore del pensiero lento perché impone di dare continuità, restare dentro alla frase e non disperdere l’attenzione.
È il contrario della scrittura digitale, dove il tasto “canc” ci illude di poter correggere all’infinito. Con il corsivo la parola resta. Magari la correggi, magari la sovrascrivi, ma quella traccia rimane lì, fisica e tangibile. Così il pensiero non si dissolve ma si stratifica.
Scrivere a mano è respirare
Gli antichi greci avevano l’idea chiara che senza respiro non c’è pensiero. Senza pensiero non c’è vita. Scrivere in corsivo diventa un esercizio di respirazione mentale. Il movimento fluido della mano obbliga a seguire un ritmo e un tempo interno che calmano e concentrano. È il contrario del bombardamento di notifiche e messaggi che frammentano la nostra attenzione.
Quando prendi un foglio e una penna e inizi a scrivere in corsivo stai facendo molto più che annotare parole. Stai allenando la mente a restare, a stare dentro l’idea fino in fondo.
Un invito a recuperarlo
Non è nostalgia sterile. Non si tratta di dire “si stava meglio quando si scriveva a mano” e chiuderla lì. Il punto è che oggi più che mai abbiamo bisogno di strumenti che ci restituiscano il contatto con il nostro pensiero. Il corsivo è uno di questi strumenti.
Ricominciare ad utilizzarlo, vorrebbe dire riprendere un metodo per pensare in modo più profondo, connesso e creativo.
Chi scrive a mano in corsivo non sta soltanto comunicando, ma sta dialogando con se stesso, affinando la propria capacità di osservare, di collegare e di dare senso. In un mondo saturo di informazioni ma povero di connessioni, questo diventa un atto quasi rivoluzionario.
Se la vita frenetica ti sta facendo staccare da te stesso, dalle tue emozioni, non esitare a contattarmi.
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