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Ritorno a scuola

Aggiornamento: 21 apr 2023

... il rischio dell'ansia da rientro


Nelle prossime settimane, dopo la meritata pausa estiva, i ragazzi ritorneranno sui banchi di scuola.

Quest’anno rientrare in classe, soprattutto dopo i due anni di pandemia, caratterizzati dall’erogazione della didattica on-line e dal distanziamento sociale, sarà veramente difficile per bambini e adolescenti.


In generale, comunque, resistere tra i banchi di scuola, dopo una lunga pausa, può essere davvero difficile per i ragazzi.


Si pensa che l’infanzia sia un periodo spensierato, ma in realtà, la vita dei bambini non è affatto semplice. Loro non sanno ancora nulla del mondo, devono imparare tutto, e per questo l’ansia scolastica è molto frequente perché si ritrovano a far fronte alle difficoltà dello studio e, troppo spesso, alle aspettative genitoriali. In tal senso, i genitori dovrebbero imparare a supportare i figli nel rientro in classe.


Ci sono diversi tipi di ansia da scuola, che si differenzia soprattutto a seconda dell’età del bambino e anche dell’adolescente.


Nei bambini con una età compresa tra i 3 e i 10 anni, l’ansia è indotta dal timore della separazione dal confortevole ambiente domestico, dalla famiglia e, in particolare, dalla mamma. Questo fatto può essere intensificato da problemi dell’ambiente familiare (separazione dei genitori, continui litigi in casa ecc.)


Molto spesso, la scuola non è vissuta come un luogo sicuro in cui esprimere le proprie potenzialità, ma come un luogo minaccioso che mette in pericolo la propria autonomia e l’identità personale. Questa ansia sociale, questa difficoltà di inserimento, può essere aggravata dalle pressanti aspettative genitoriali che accrescono anche l’ansia da prestazione.


Negli adolescenti che frequentano le scuole superiori, però, sarà l’ansia generalizzata ad avere un impatto negativo sul ritorno a scuola, caratterizzata dal timore di non essere capaci di superare le prove che si dovranno affrontare.


Ma come fanno i genitori ad accorgersi di questi disturbi nei loro figli se i fanciulli e ragazzi tendono a non far emergere questi disagi, ma si tengono tutto dentro per la paura di essere considerati inadeguati?


Nei bambini più piccoli è più facile capirlo perché c’è una forte resistenza a non voler andare a scuola, che si esprime con capricci che possono diventare anche crisi di pianto.


Nei bambini più grandi e negli adolescenti, invece, i sintomi dell’ansia non sono altrettanto evidenti, ma si possono manifestare attraverso altri sintomi.


Il sintomo più frequente sono i disturbi psicosomatici prima dell’ingresso a scuola, dei quali il mal di pancia, è sicuramente il più rappresentativo. Questi segnali non vanno sminuiti da parte del genitore. Il bambino/ragazzo non sta fingendo di sentirsi male, ma sperimenta realmente diversi gradi di malessere.


I docenti dovrebbero accorgersi dei disagi degli scolari perché possono esserci degli eventi di panico quando l’attenzione della classe è sul bambino, panico che può trasformarsi in “congelamento”, quella reazione di stress primordiale che accade quando si è letteralmente pietrificati dalla paura.


Altri sintomi sono rappresentati dalla difficoltà di concentrazione, difficoltà a stare fermi e mantenere la calma, nell’evitamento del contatto visivo con gli insegnanti e con gli altri alunni, che può sfociare nell’auto-isolamento. Il bambino sta per conto proprio e non socializza con gli altri compagni.


Quando un genitore nota i segnali dell’ansia da scuola, dovrebbe, con molta calma, provare a parlarne apertamente, per capire se il ragazzo sia consapevole di quanto sta vivendo, perché molto spesso tutti noi, bambini compresi, subiamo le situazioni senza averne consapevolezza, ma vivendo soltanto una condizione di malessere generalizzata.


Nella settimana prima del rientro a scuola sarebbe importante parlare assieme dei possibili scenari per cui potrebbe essere ansioso, cercando di aiutarlo a vedere il problema in una prospettiva migliore. Facendogli capire che non sarà da solo ad affrontare la situazione.


Va sempre usato un tono rassicurante ed avere molta pazienza, perché chi soffre di ansia può essere molto irritabile, insicuro e alla ricerca di rassicurazioni. A seconda dell’approccio, il genitore può essere una scialuppa di salvataggio o la peggiore delle zavorre.

Oltre all’ansia da separazione e la paura dell’abbandono, i problemi da affrontare serenamente assieme ai figli sono la paura del giudizio, il timore di deludere gli altri e la paura di essere ridicolizzati in classe e di fare brutta figura. Questi timori non vanno minimizzati perché per il bambino sono un problema reale.


Rimproverarlo perché fa i capricci e non vuole andare a scuola può essere estremamente lesivo, esattamente come rivendicare la propria autorità per imporre l’ordine di andare a scuola, potrebbe risolvere il problema nell’immediato, ma creerà una forte insicurezza nel bambino, che si ripercuoterà sul suo equilibrio psicologico futuro.



Il mio consiglio, oltre a quello già espresso di ascoltare il proprio figlio ed essergli vicino per affrontare i disagi, è quello di creare delle piacevoli routine per aiutare il bambino a prepararsi alla scuola. Molto importante è creare un clima di unione nella famiglia, magari coinvolgendolo nel preparare la colazione assieme, consumarla tutti assieme seduti a tavola, aiutarlo nella preparazione dello zainetto e riguardare assieme i compiti. Il tutto in un clima di gioia, magari cantando assieme qualche canzoncina. Sono piccoli impegni quotidiani che verranno ripagati in futuro da un adulto equilibrato.



 

Se invece, nonostante gli sforzi genitoriali, il bambino continua a manifestare l'ansia, potrebbero esserci degli ulteriori disagi sui quali indagare. In questo caso un professionista può essere di aiuto. Se ne senti il bisogno, non esitare a contattarmi.




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