In questo periodo che stiamo vivendo, causato dall’emergenza Covid-19, siamo stati spinti a mutare le nostre abitudini. Il fenomeno, che colpisce un po’ tutto il mondo, è caratterizzato dall’obbligatorio distanziamento sociale, che non ha un precedente, almeno in tempi recenti. Da alcuni mesi stiamo tutti vivendo confinati in casa, senza, o comunque limitando molto i rapporti con il prossimo, e stravolgendo totalmente quelle che sono le nostre abitudini di vita. La maggior parte delle persone non si reca al lavoro, ma ha attivato la modalità in smartworking a distanza, non esistono di fatto le attività motorie outdoor e sono stati aboliti tutti i momenti di convivialità che tanta importanza rivestono nell’animale sociale che vive in noi. Si tratta di una situazione che mette a dura prova il nostro equilibrio psichico, la nostra libertà è stata fortemente limitata e stiamo testando la nostra capacità di adattamento. Dovremmo, però, cercare di far tesoro di questa esperienza, nella quale, a causa proprio del distanziamento sociale, viviamo necessariamente di più con noi stessi, e il tempo sospeso, nel quale siamo immersi per buona parte della giornata, si trasforma in spazio per la riflessione, per i pensieri, per la meditazione. Purtroppo, lo sappiamo, quando la mente è libera di creare pensieri, soprattutto in situazioni delicate come quella che stiamo vivendo, veniamo aggrediti dai pensieri peggiori, che si trasformano in ansia e paura per il futuro. L’obiettivo che dovremmo porci, invece, è quello di iniziare a pensare in termini positivi, per iniziare a costruire il nostro futuro. Come farlo? Iniziamo analizzando il modo in cui stiamo trascorrendo il nostro tempo in queste giornate. Ci serve costruire una struttura della nostra giornata. Vanno definiti gli orari per le varie attività, soprattutto dividendo lo spazio della sfera lavorativa da quella personale. Lavorando in smartworking, l’ho già scritto in questo articolo, il rischio è quello di non saper più dividere il tempo dedicato al lavoro, da quello per noi stessi.
Definire orari e attività specifiche e orientate al tuo stare bene permette di arrivare alla sera con la consapevolezza di aver compiuto dei passi verso i tuoi obiettivi e per te stesso. Al contrario, se non definiamo una struttura del nostro tempo, rischiamo di farci trascinare da quello che sta attorno, rischiamo l’apatia o la ricerca ossessiva di informazioni, nell’ansia costante di quello che potrebbe accadere in futuro.
In queste condizioni, uno dei rischi è quello di farsi risucchiare dal divano. Rimanere chiusi tra le mura domestiche, per molte persone, significa abbandonarsi all’immobilità e questo può avere effetti devastanti per la salute fisica e mentale. Lo stress aumenta, esattamente come per un animale in gabbia, e il nervosismo che si accumula può sfociare in situazioni anche patologiche.
Anche in quarantena, non dobbiamo smettere di fare movimento. Lo so, per molti è difficile, non tutti vivono in case o appartamenti con spazi adeguati, ma proprio per questo è necessario crearsi delle routine, eseguire degli esercizi a corpo libero, seguire tutorial per il movimento. Esercizi magari lenti, ma che coinvolgano tutti i distretti articolari e muscolari, che non permettere di perdere completamente il vigore fisico. Collegato all’attività fisica dobbiamo inserire certamente l’alimentazione. In questo periodo di clausura, il rischio che la noia prenda il sopravvento e ci faccia planare su qualsiasi forma di cibo sia alla nostra portata è altissimo.
Lo sappiamo e lo abbiamo scritto più volte, che il cibo ha una grossa componente emozionale, gli alimenti, soprattutto alcuni cibi che paradossalmente sono i più dannosi per la nostra salute, diventano dei beni di conforto, pertanto, l’unico consiglio che vi posso dare, è quello di non averne in casa. In quei rari momenti in cui potete uscire a fare la spesa, cercate si riempire il carrello di alimenti salutari e, mi raccomando, prima di andarvene al supermercato, con la vostra bella mascherina e i vostri guanti, scrivetevi una bella lista della spesa per non essere tentati, nel tragitto tra gli scaffali, di riempire il carrello di tutte quelle cose di cui poi vi pentirete sicuramente di avere ingerito.
L’ultimo consiglio che vi posso dare, poi, è quello di leggere. Riprendete in mano quel libro che avevate iniziato, ma poi non avevate avuto il tempo per finirlo, oppure rimettetevi a studiare. Non dovremmo mai finire di imparare e questo periodo di arresti domiciliari, può essere abilmente sfruttato per frequentare dei corsi a distanza, per prepararvi professionalmente a quelle che saranno le prossime sfide, quando questo buio periodo della nostra esistenza non sarà che un ricordo.
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