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Abbronzati ad ogni costo

Aggiornamento: 6 ago 2021


Oggi, pur essendo una giornata di fine luglio, purtroppo è molto annuvolato e non si vede il sole e mi ritrovo in casa a scrivere per il blog, e quale miglior argomento potremmo affrontare in questa stagione, se non parlare della tanoressia?

Per tanoressia si intende la compulsione ad esporsi esageratamente ai raggi solari. Si tratta di un neologismo composto dai termini greci tan (abbronzatura) e órexis (appetito), ovvero, letteralmente, fame di abbronzatura. Si tratta di una sindrome compulsiva, che in inglese viene chiamata tanning addiction, ossia dipendenza da abbronzatura.

Esattamente come l'anoressia, anche la tanoressia è una dispercezione corporea. Come l'anoressico non si vede mai abbastanza magro, il tanoressico ritiene di non essere mai sufficientemente abbronzato, suggestione che può portare il soggetto ad una forma di dipendenza dall'abbronzatura.


Ovviamente, chi soffre di tanoressia aumenta esponenzialmente tutti i rischi connessi a un’incontrollata esposizione solare, come le ustioni, l’invecchiamento cutaneo e, alla fine, il melanoma.


Prendere il sole dovrebbe essere un piacere, ma se si trasforma in una necessità, significa che alla base esiste un bisogno incontrollabile di auto-gratificazione.

Come sempre, in questi casi, le mode e i messaggi distorti che provengono dai media e dalla pubblicità hanno il loro peso. Molto spesso chi ne è colpito lo fa per mettersi al centro dell’attenzione perché oggi l’abbronzatura è considerata un indicatore di potere, di ricchezza e bellezza, mentre in passato era spesso il contrario, dal momento che soltanto quelli che lavoravano nei campi, all’aperto, erano di pelle scura, mentre la pelle candida era sinonimo di ricchezza e nobiltà.

Ancora oggi, ad esempio, nei paesi asiatici, la pelle scura è sinonimo di povertà. Chi lavora in risaia ha la pelle scura, mentre i ricchi vivono in case protette dai raggi solari.


Come in altri disturbi compulsivi, le persone che ne soffrono, sentono un bisogno ossessivo di apparire sempre abbronzate. Se questo non accade, non si sentono sicure di sé, aumenta lo stato d’ansia, cala il tono dell’umore e si abbassa l’autostima.

L'aumento dell’abbronzatura migliora il senso di benessere.


Da una ricerca dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, questo disturbo attualmente colpisce circa il 20% della popolazione, ma sempre più persone sentono il bisogno impellente di essere abbronzati a qualunque costo.

Per i dipendenti dall'abbronzatura, esporsi al sole diventa un rituale, un voto che deve essere rispettato a qualunque costo. Una sorta di superstizione. Quasi si temesse un castigo se non si riuscisse a mantenere la promessa data.


Le caratteristiche della tanoressia sono analoghe a quelle delle altre sindromi compulsive.

Come gli anoressici che non si vedono mai abbastanza magri, ai tanoressici sembra di non essere mai sufficientemente abbronzati. L’abbronzatura diventa una vera ossessione e la necessità di esporsi continuamente al sole, sempre senza adeguate protezioni, un imperativo, tanto che se, per qualche motivo, non si possa farlo, possono insorgere importanti stati d’ansia e disagi psichici.



Alla base della tanoressia vi sono diverse cause. Come per altre sindromi compulsive, in particolare quelle legate all’alimentazione, di cui abbiamo trattato in altri articoli su questo Blog, alla base troviamo l’insicurezza del Sé corporeo, la scarsa fiducia in se stessi e l’incapacità di accettare la propria immagine.

Da indagare anche relativamente e problemi affettivi più o meno gravi e desiderio inconscio di danneggiarsi.


 

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