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Impossibile sconfiggere i pregiudizi e i luoghi comuni

Aggiornamento: 7 lug 2020

L’altra sera, per caso, ho incontrato la moglie medico di un mio amico. Erano tre anni che non la vedevo. L’ultima volta ci eravamo visti alla cena di un evento, alle fine del 2013. Nel corso della cena, seduti allo stesso tavolo, mi aveva chiesto della dieta che stavo seguendo, dato che mi aveva visto dimagrito. In quell’occasione avevo avuto modo di parlarle del modello GIFT che avevo appena conosciuto e di come io e Mara stessimo modificando il nostro stile di vita. Le avevo parlato del movimento e dell’importanza di eliminare alcuni non-alimenti dalla nostra dieta, come gli zuccheri raffinati e le farine raffinate. Entusiasta gli raccontavo dei risultati che stavo ottenendo avendo modificato completamente non soltanto la mia alimentazione, ma il mio stile di vita. In quel momento, credo fossi arrivato ad ottantotto chili dai novantadue dai quali ero partito. La sua risata mi aveva gelato. Mi disse testualmente:

Si si, come tutti. Adesso andrai giù altri quattro, cinque chili e poi farai jo-jo e riprenderai tutti i chili persi con gli interessi

Incassai, convinto però di trovarmi sulla strada giusta da percorrere, e non diedi molto peso alle sue parole. Non avevo, però, alcuna esperienza di effetti delle diete, poiché era la prima volta nella vita che mi capitava di aver raggiunto un simile peso e di dover perdere molti chili. Inoltre rispettavo la sua opinione di professionista che, sicuramente, nella sua lunga carriera, aveva visto tanti casi di obesi che, una volta dimagriti con diete ipocaloriche, avevano ripreso, con gli interessi, tutti i chili persi.

Cercai tuttavia di spiegarle i principi sui quali si basa dieta GIFT, sulla sua normocaloricità, sulla necessità di movimento, sull’eliminazione di quei cibi che, geneticamente, il nostro organismo non conosce e, pertanto, a fronte del loro utilizzo, le risposte ormonali sono molto strampalate.

Per la verità avevo appena iniziato a conoscere il mondo GIFT e non avevo ancora avuto modo di documentarmi in maniera profonda su tutti i principi che regolano questo stile di vita.

L’altra sera, incontrandola casualmente per la strada, è rimasta sbalordita del mio cambiamento. Mi ha chiesto che cosa avevo fatto e le ho raccontato di aver seguito i principi di questo modo di alimentarsi, del fatto che non guardavo più la bilancia perché, pur avendo perso oltre 14 chilogrammi, il risultato non era rappresentato tanto dal calo ponderale, quanto dallo spostamento da massa grassa a massa magra, con calo percentuale della prima a vantaggio della seconda, e del miglioramento di tutti i valori ematici.

Nel 2013 ero ad un passo dal diabete di tipo secondo, resistenza insulinica con una glicemia costantemente elevata, colesterolo LDL alto e valori di enzimi epatici sballati.

Oggi, a parte il calcolino che da anni ho nella colecisti, che ovviamente non si è sciolto, l’ecografia di qualche mese fa ha rilevato una regressione quasi totale della steatosi epatica che presentavo tre anni fa.

A questo punto, nel momento in cui le ho detto che il mio obiettivo era quello di scendere ancora di cinque chili, mi ha guardato come si può guardare un pazzo e mi ha detto che stavo bene così e che se fossi dimagrito ancora, poi avrei avuto quell’aspetto da malato che hanno tutte le persone che hanno perso troppi chili in poco tempo.

Anche stavolta, con pazienza, ho cercato di farle capire che non sto seguendo una dieta ipocalorica restrittiva. Che mangio di tutto, che ho soltanto eliminato alcuni cibi, ma che il calo è rappresentato dalla progressiva perdita di massa grassa a favore di massa magra. Che il quantitativo proteico che incamero ogni giorno è molto più elevato di quanto facessi un tempo e, probabilmente, anche se non lo calcolo, anche il carico calorico è più elevato.

Mi guardava come un marziano, ma nello stesso tempo anch’io cominciavo a guardare lei come una marziana. In fin dei conti avevo davanti a me un medico che, quotidianamente, si occupa di problemi di questo genere con i suoi pazienti. Possibile che non le fosse mai passato per la testa di aggiornarsi e di vedere che i regimi dietetici per perdere peso non sono soltanto quelli ipocalorici restrittivi o le varie diete fantasiose, impossibili da seguire per lunghi periodi,  come le varie diete del pompelmo o del minestrone. Oppure diete sbilanciate come la Dukan, la Scarsdale o la Atkins.

Ci siamo salutati e il suo ultimo consiglio è stato:

Resta così, non perdere più peso, altrimenti poi fai jo-jo e riprendi con gli interessi tutti i chili che hai faticosamente perso

Cosa volete, contro pregiudizi e luoghi comuni, è una battaglia persa 😀

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