La dieta mediterranea non è ciò che pensi...
- dott.ssa Mara Salviato

- 20 ott
- Tempo di lettura: 3 min
... tutti ne parlano ma pochi la conoscono

Molti credono di seguirla, ma la verità è che quasi nessuno oggi mangia davvero secondo la dieta mediterranea.
Perché quella autentica, quella osservata dai coniugi Keys nel Sud Italia degli anni ’50, non era fatta di pizza, pane bianco e pasta a volontà.
Era una dieta contadina, sobria, stagionale e composta da alimenti che oggi definiremmo “non processati”.
Il contesto dimenticato
Negli anni ’50, il fisiologo americano Ancel Keys e la moglie Margaret Haney, si trasferirono nel Cilento per studiare le abitudini alimentari delle popolazioni rurali e le confrontarono con quelle del Nord Europa e degli Stati Uniti.
Scoprirono che i popoli del Sud Italia, della Grecia e della Spagna si ammalavano meno di cuore e vivevano più a lungo.
La loro forza stava nella qualità reale degli alimenti e nello stile di vita che li accompagnava, niente sedentarietà, molta attività fisica, lavoro nei campi, ritmi naturali e tempi lenti.
Del resto, se Keys avesse studiato gli eschimesi, avrebbe probabilmente trovato risultati simili, poche malattie cardiovascolari e un’ottima salute metabolica, pur con una dieta completamente all’opposto, quasi priva di vegetali e ricchissima di grassi animali.
Perché il vero fattore protettivo non è la dieta in sé, ma l’assenza di cibo industriale e il rispetto della fisiologia umana.
Non era mediterranea, era contadina
Legumi, verdure, olio extravergine d’oliva, cereali integrali, uova, pesce quando c’era e pochissima carne.
Dolci solo nelle feste, farina bianca raffinata quasi mai.
Era una dieta nata dalla scarsità e dal rispetto delle stagioni, non da un concetto o da un piano nutrizionale.
Quando Keys descrisse le sue osservazioni, la differenza non era tra “Italia e resto del mondo”, ma tra cibo contadino e cibo industriale.
All'epoca gli americani mangiavano già prodotti confezionati, margarina, cereali zuccherati, carni lavorate, alimenti che oggi definiamo ultraprocessati.
Ecco perché la dieta mediterranea apparve così salutare, era fatta di cibi veri, non manipolati e in equilibrio con lo stile di vita di chi li produceva e li consumava
Il mito moderno
Oggi la “dieta mediterranea” è diventata un’etichetta di marketing.
Basta un filo d’olio evo, una pizza o una porzione di pasta per sentirsi “mediterranei”.
Ma nella realtà, molte persone ne riproducono solo l’apparenza, non la sostanza, continuando a consumare prodotti industriali, farine raffinate e cibi poveri di nutrienti.
Le ricerche più recenti mostrano che questo modello, lontano da quello originale, non ha più gli stessi effetti protettivi.
Gli studi pubblicati su Frontiers in Nutrition e Nutrients evidenziano che il beneficio reale deriva dalla qualità e dalla minima trasformazione dei cibi, non dal nome della dieta o dalla provenienza geografica.
La salute non è nel piatto di pasta, ma in ciò che non c’è più dentro, fibre, stagionalità, lentezza.
Il vero confine
Oggi il vero confine non è tra dieta mediterranea e tutte le altre diete, ma tra dieta contadina e dieta industriale.
Due modelli opposti:
la prima fatta di ingredienti integri, stagionali e convivialità
la seconda di prodotti standardizzati, zuccheri nascosti e velocità
Nessuna popolazione che viva nel mondo moderno, Italia compresa, segue più la dieta mediterranea autentica.
Finché continueremo a identificarla con pasta, pizza, pane bianco e legumi in scatola, continueremo a chiamare “tradizione” ciò che è ormai solo un ricordo.
Morale della favola
La dieta mediterranea è diventata un marchio, ma la salute che rappresentava era reale.
Non dipendeva solo dall’olio evo o dai grassi “buoni”, ma dal legame con la terra, dal rispetto delle stagioni e dalla semplicità.
Mangiare “come una volta” non significa tornare indietro, significa scegliere cibo vero in un mondo che ce lo ha reso raro.
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Riferimenti bibliografici
Keys, A. (1980). Seven Countries: A Multivariate Analysis of Death and Coronary Heart Disease. Harvard University Press.
Monteiro C.A., et al. (2018). The UN Decade of Nutrition, the NOVA food classification and the trouble with ultra-processing. Public Health Nutrition.
Trichopoulou A., et al. (2014). Definitions and potential health benefits of the Mediterranean diet: views from experts around the world. Nutrients.
Willett W., et al. (2019). Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems. The Lancet.




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